LAVORAZIONE ARTIGIANALE
1509 E PER BATTER LE CANNE SI INVENTO’ IL MAGLIO
In quei tempi lontani Pietro, sapiente armaiolo gardonese, capostipite della grande dinastia armiera dei Franzini riuscì a concretizzare una sua brillante idea; sostituire il lavoro del martello e dell’incudine nella battitura delle piastre per le canne con un grande maglio che ridusse di molto i tempi di lavorazione migliorandone anche la qualità. Non è un’invenzione ricordata negli annali delle innovazioni tecnologiche, ma per i fucinatori gardonese fu una realizzazione di grande importanza che segnò la successiva storia della produzione della Valle e che ben presto venne utilizzata in tutti i centri armieri europei con largo successo.
COSI’ SI LAVORAVA …
Viene presentata in quest’angolo del museo, la ricostruzione di un vecchio laboratorio d’ artigiano armaiolo. Compaiono nella loro estrema semplicità e nella loro ridotta quantità, gli attrezzi che venivano e che vengono ancor oggi utilizzati per realizzazione manuale dei prodotti di cui la Valtrompia va fiera. Lime, scalpelli ed utensili, il più delle volte ideati e costruiti dall’artigiano stesso, rendevano possibile l’attuazione delle lavorazioni necessarie alla costruzione dell’arma, portandola dai primi componenti grossolanamente forgiati, attraverso una vasta serie di operazioni,
al prodotto finito.
“E PER I CALCI … SERVE LA NOCE”
Il calcio e l’asta costituiscono la parte non metallica dell’arma, non hanno solo compiti estetici ma anche funzionali alla balistica e alla solidità dell’arma. Per questi motivi è necessario che i legni siano di ottima qualità, con fibre compatte, ben stagionati e ben rifiniti.
Il legno più usato per le calciature dei fucili è il noce. In epoca moderna esistono macchine che riescono a produrre calci finiti. Questi sono però applicati a modelli di arma commerciali, mentre per quelle di pregio le calciature si ottengono sempre a partire dal massello grezzo.
L’INCISIONE
Per molti secoli, le armi assunsero rilevante importanza, quale manifestazione della cultura e della società che le producevano. Le armi divennero simboli di autorità, potere e ricchezza, superando la loro originaria funzione. Gli antichi produttori operarono per rendere l’arma testimone ed evidenziazione dell’importanza sociale del proprietario e delle tipologie stilistiche, prevalenti al tempo della loro realizzazione.